САРО ІІI. Del Feudalesimo

SOMMARIO - Il castello feudale - Origine del feudalesimo - Il diritto internazionale degli antichi dava al vincitore l'impero e il dominio sulle persone e le cose private de' vinti - A questa consuetudine le genti teutoniche che invasero l'impero romano, aggiunsero l'indole propria - In prima esse distribuirono il governo civile col nome di ufficii - Poi le terre con quello di beneficii - I quali di temporanei divennero a vita ed ereditarii, e si dissero feudi - Così presso i Franchi fu compiuta la rivoluzione barbarica - Perchè si sieno riferite testualmente le parole del Savarese - Se il feudalesimo fosse stato un bene o un male - Le istituzioni umane rimangono, anche poichè son cessati i bisogni, per cui nacquero - Cenno dei feudi napoletani.

Ecco a cavaliere di quel monte, in fondo di quella cupa valle, in mezzo di quel trivio, passo frequentatissimo, annerite dal tempo, coverte qua e là d'edera, giusquiamo, viole gialle, mille male erbe, ecco sorgere mura gigantesche, porte ad arco acuto, torri, torrioni, merli; profondarsi nella terra vani senz'aria e senza luce, lunghi e insidiosi corridoi; una solitudine, un silenzio rotto solo dal lugubre e sinistro ululato del gufo, che ridesta nell'animo tuo la rimembranza di passata sventura e ti fa pensare. E pensando fra te medesimo, tu ricostruisci, da quelli avanzi, l'antico edifizio, lo popoli de' suoi abitatori, e gli scarioni, gli scaramanni, il signore, la signora, i valletti, i paggi, i falconieri, i servi, i menestrelli, rivivono di nuova vita nella tua fantasia, la quale riempe il quadro con le masnade, gli assalti, le rapine, i supplizii, le carceri, i carcerati, gli ozii, le giostre, i tornei, le caccie; e ti dà il castello feudale coi suoi castellani cosi, com'era, quando era. Va' per la Francia, la Germania, l'Italia, e ad ogni volger d'occhio troverai i ricordi di quell'ordinamento mostruoso, che si dimanda feudalesimo.

Mostruoso? Tale è parso a coloro, che nella storia vogliono giudicare i fatti di ieri coi criterii di oggi. Che egli fosse tanto contrario al vivere odierno, è verissimo; ma non è men vero, che mostro è ciò che è contrario a natura: e il feudalesimo rispose a capello alla natura de' tempi. Come le piante crescono e fruttificano, dove il terreno è propizio, cosi le istituzioni; le quali spesso vengono su quasi spontanee, a soddisfare i varii bisogni della società, e sono buone o cattive, secondo che funzionano, o non. Quando vengono su quasi spontanee, torna presso a poco vana la fatica di chi ne cerca le origini: esse sono nascoste come le sorgenti del Nilo, giusta il detto di Giannone, a proposito del feudalesimo, le cui origini, appunto perciò dall'uno sono state poste nel  patronato romano, dall'altro nelle antiche colonie militari, da quel terzo, nelle tradizioni germaniche, da quel quarto, nelle condizioni storiche del tempo. Ingannati dalla simiglianza de' varii istituti, non han colto nel vero, almeno per noi, che quelli dell'ultima opinione.

«Il sistema feudale, dove più e dove meno regnò dieci secoli sopra i nostri progenitori, e dee giudicarsi eziandio da noi il solo ordinamento possibile e accomodato alla condizione dei popoli dell'età media. Non lo recarono seco i barbari dalle loro foreste, non lo inventarono Carlomagno e i suoi successori. Nacque a mano a mano rebus ipsis dictantibus e per la necessaria condizione delle cose. Nessuna volontà umana lo volle, nessuna potea far si, che non fosse.

Il diritto internazionale dei popoli antichi, eziandio civili, a differenza del nostro, nelle guerre tra nazione e nazione, concedea al vincitore non solo l'impero, ma ancora il dominio sulle persone e sulle cose private dei vinti. Fuori poche eccezioni i Romani usarono umanamente di questo dritto inumano, ma non lasciarono mai di affermarlo, come uno dei privilegi della vittoria.

A questa consuetudine comune a tutte le nazioni dell'antichità, le razze teutoniche, che tra il IV e il V secolo fecero a brani l'impero romano, aggiunsero l'indole propria – Vivendo non in città, ma, come scrive Tacito , disseminate per vicos et pagos, coltivando poco i campi, e trasferendosi facilmente con gli armenti e con le masserizie da un luogo in un altro, e quasi non avendo una patria certa e determinata, si sottoponeano a quel capo o principe che si erano eletto, e lo seguiano nelle imprese guerresche. I loro consorzi non eran propriamente repubbliche, o comuni, ma piuttosto famiglie e clientele, nelle quali il dritto pubblico e il privato confondeansi talmente insieme, che riusciva difficilissimo distinguere l'uno dall'altro.

Quando queste orde selvagge, conquistate le ricche e civili provincie dell'impero, vi si furono stabilmente fermate, nacque, necessariamente un ordine nuovo di cose - I vinti e le cose loro, cosi pubbliche come private furono reputati preda dei vincitori, ma l'opera non fu pari al concetto. In pratica riesce impossibile sciogliere a un tratto il governo civile, porre l'ordine delle clientele in suo luogo, confiscare le private possessioni di un intiera provincia e ridurne in servitù gli abitatori.

A ciò si richiedea l'opera dei secoli. In principio i Barbari mantennero il governo civile , e col nome di uffici lo distribuirono nei vari distretti tra i Conti ed i Duchi. Lasciarono nei Romani una libertà, se non altro di nome, e tolsero loro solo una parte delle possessioni private.

Delle terre ritolte, oltre quelle con cui cercarono saziare l'insaziabile avidità dei chierici, parte distribuirono ai propri militi in libero allodio, e parte in benifizi. Beneficia domandarono i Romani le terre poste in sul confine dell'Impero che soleano assegnarsi ai soldati (1).

(1) Higin. de limit.

I popoli della Germania chiamarono col medesimo nome ciò che col contratto d'investitura i principi e i grandi concedeano ai loro clienti che si obbligavano alla fedeltà e al servizio. L'investitura, seguita dalla tradizione, trasmettea nel vassallo l'usufrutto della cosa conceduta. Era piuttosto un dominium minus plenum, per modo che l'investitura producea un effetto poco dissimile a quello che oggi produce l'enfiteusi. Dividea la proprietà in due parti. Il dominio supremo rimanea nel concedente e il dominio utile trasmetteasi al concessionario.

I benefizi, come gli uffizi da prima furono in certo modo precari e rivocabili a volontà del concedente. Di poi si dettero a tempo, trascorso il quale, chi li avea dati o riconfermava o concedea ad un altro. I principi e i grandi in quella età versavano in pessime condizioni. I benefizi erano ciò che son oggi gl'impieghi: ve n'eran dieci e se ne dimandavano cento. A procacciarsi aderenti e dominare conveniva allora come oggi dar sempre, e la cappa, allora come oggi, non forniva più panno. Stretto dalla necessità, Carlo Martello osò porre la mano sacrilega sui beni della Chiesa, e la vittoria di Tours, che salvò l'Europa e la fede cristiana, non valse a salvare l'anima sua dall'inferno.

Non so qual vescovo o santo lo vide ardere nel fuoco eterno, e quando se ne aperse il sepolcro, vi si trovò chiuso un dragone di smisurata grandezza che sparve immantinenti, mandando fuori fumo fiamme e un sito infernale (1). A non più impacciarsi con la Chiesa, potentissima in quel secolo stupidamente superstizoso, bisognò prendere altra via, e trovar modo di accrescere i benefizi d'intensità, poiché non si potea di numero. Però lo stesso Carlo Martello, e dopo lui Pipino e Carlomagno, di temporanei che erano innanzi cominciarono a concederli a vita. Di poi due capitolari di Carlo il Calvo stabilirono questa regola universalmente, non solo per i benefizi, ma eziandio per gli uffizi (2). In progresso di tempo il medesimo privilegio si estese ai discendenti e ai collaterali tra certi determinati confini.

(1) Capitul. Carol. Calvi apud Balaz. ad ann. 838 tom. 2. pag. 209.
(2) Capitul. Carol. Calvi apud Caripal. apud Baluz. ann. 877.

Per tal modo appresso i Franchi, tipo perfetto delle monarchie feudali di Europa, in tre o quattro secoli fu compiuta la rivoluzione barbarica. Col rendere patrimoniali gli uffizi e feudali le terre, il governo civile disparve; il dritto pubblico si confuse col privato, e lo Stato non fu in fondo in fondo altra cosa che una immensa catena di clientele, che mediante le investiture e le terre stringeva i piccoli e i grandi. La monarchia divenne un gran feudo, e il re, come l'infimo dei vassalli, fu l'uomo ligio di quello. In quel tempo chi era fuori della clientela era in certo modo fuori il consorzio comune. Volendo salvar se e le proprie cose, chi possedea un allodio lo trasformò in un feudo oblato, e cosi nacque in Francia la regola: non v' è terre senza signore».

Ho voluto riferire qui tutto intero questo brano di un'allegazione (1) di Roberto Savarese, e perchè mi è parso che nessuno avrebbe potuto dir più sennato, più breve, più elegante; e perchè stimo la prima dote di chi scrive dover essere l'onestà: quella onestà che piaceva tanto agli antichi, e che oggi è andata perduta. Si vuol parere e non essere. Eppure innanzi di contentare la nostra vanità, la scienza dee contentare noi stessi, educando il nostro spirito, formando il nostro intelletto, assicurando la nostra coscienza del dovere adempiuto. Chi pensasse che è obbligo il perfezionare noi, bisogno l'ammaestrare gli altri, vedrebbe dileguati i ciurmadori di ogni specie, di che oggi è cosi gran copia. Manco male, che il tempo, giudice severissimo, fa di loro severa giustizia - E dopo ciò, ritorniamo a bomba.

Or fu un bene o un male il feudalismo? Finchè esso fu un istituto con funzioni proprie e vere, cioè rispose ai bisogni perche era nato, non si può revocare in dubbio, che fu un bene. Difatto, per esso il vincolo della schiavitù venne a poco a poco disnodandosi, i servi della gleba diventarono villani; lo stato e le relazioni private delle persone si perfezionarono; si purificó il concetto della famiglia, cosi snaturato nell'antichità, e il concetto della donna; la nobiltà si ritemprò di sentimenti umani; 

(1) Per il sig. Barone di Palizzi contro il Principe di Montesalso.

i caratteri si fortificarono, gli animi s'ingentilirono, si risvegliò il sentimento della propria indipendenza, e l'uomo, per dir cosi, si rigenerò. Ma quando esso ebbe fatto il suo tempo, e invece d'esser causa di progresso, era di regresso; allora fu un male tanto grande, quanto il bisogno e la brama di abbatterlo. Di natura affatto militare, egli poscia non rimase, che odioso privilegio, e sono innumerevoli i tributi, le vessazioni, gli abusi di autorità privata, che distrussero ogni idea di libertà civile, di quel periodo di orrenda anarchia e di amarissime lacrime, che per mala ventura, dove più, dove meno, durò più secoli sulle diverse contrade di Europa, e non disparve, che con la rivoluzione francese.

Le istituzioni umane, specie le più generali, anche invecchiate e ormai inutili, non possono cessare a un tratto. Esse entrano negl'interessi, nelle abitudini, nella vita di un popolo; e la vita di un popolo non si distrugge, ma si trasforma, e lentamente. Alle istituzioni vecchie, s'ha a sostituire le nuove; ma ciò non si fa con la forza della spada, si con quella dell'idea. Onde il Campanella profondamente dicea, che i moti umani durevoli son fatti prima dalla lingua, e poi dalla spada, ossia, che la forza non può fondar niente, quando non sia preceduta e accompagnata dal pensiero. La sola forza materiale è violenza che solletica la tracotanza di pochi, e aggrava la oppressione di molti, che o tosto o tardi le si levano contro. Solo il contemperamento delle due forze, materiale e morale, conferisce al bene comune. Di che le parole del Pagano: La forza forma gli Stati, li muta spesso la forza, ma li conserva solo la giustizia (1).

E l'evoluzione dell'idea civile di uguaglianza, che s'immedesimò nei cittadini, e quella di giustizia, che rifulse sempre chiarissima ai nostri legislatori e giureconsulti e magistrati, raddolcirono la selvaggia natura del feudo, e salvarono queste meridionali provincie d'Italia dalla ruina e dal sangue - Ed eccoci ai feudi napoletani, tanto diversi dagli altri. Ma appunto per tale diversità è mestieri di allargarci intorno a loro in parole un po' più dell' usato, e di farne, quindi, un capo a parte.

(1) Saggi Politici. Saggio I.